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Maschere di carnevale!!

Ho iniziato il 2013 con una rivoluzione, uno “scombussolamento”  che mi ha provocato il corso sull’OTIPM… è stato un corso molto ricco, forte di contenuti e davvero professionalizzante! (Consiglio a tutti i terapisti occupazionali di farlo se ne avrete l’occasione!! Tempo e soldi davvero ben spesi!!)

Personalmente, mi ha aiutato molto a riflettere su obiettivi, modalità di valutazione e di intervento e c’è stata una domanda di Anne Fisher che mi ha fatto molto pensare… “La vostra stanza, sembra una stanza di terapia occupazionale?”

Ho provato a mettere insieme i vari pezzi, arrivando alla conclusione che la stanza di terapia occupazionale, in particolar modo nell’età evolutiva, dovrebbe invitare il bambino a partecipare ad un’occupazione. Lo abbiamo imparato anche al corso di perfezionamento: “è l’ambiente che ti invita”!! Sembra una cosa scontata ma non lo è… bisogna riuscire a vedere il nostro ambiente con occhi esterni!!

Per mettere in pratica questa riflessione, ho pensato di spargere in giro per la stanza degli oggetti creati da altri bambini (lego, maschere di carnevale, aerei, pipistrelli…). Naturalmente, non in modo casuale ma pensando bene al bambino che sarebbe entrato!

Devo dire che ha proprio  funzionato!! Per questo lo condivido con voi :)

Ciò che cambia è l’approccio all’attività: non sono più io che propongo, le proposte le fa l’ambiente, il bambino sceglie quello che per lui è più interessante e io entro in gioco per aiutarlo a svolgere l’attività che lui ha ritenuto importante…mi sento un pochino più terapista occupazionale :)

Ora arrivo alle maschere… le avevo appese all’attaccapanni e un bambino, entrando, le ha viste e mi ha chiesto di realizzarne una: “ma certo che si”!

E questo è stato il nostro lavoro: prima abbiamo pensato come farla,poi abbiamo recuperato tutti i materiali necessari, e ci siamo messi all’opera (ripassato con la matita, tagliato, colorato, decorato, attaccato con lo scotch e fatto il fiocchetto dietro!)

            

Un’attività fantastica, che per quel bambino aveva tanto significato e che l’ha coinvolto fino alla fine!!

Quindi, concludo con la domanda che ci ha fatto Anne Fisher: “La vostra stanza, sembra una stanza di terapia occupazionale?”

Buon lavoro a tutti!!

ciao ciao
Francesca

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